giovedì 5 febbraio 2009

Vorrei solo partire

Vorrei solo partire. Ricominciare d’accapo. Tutto nuovo. Come quando resetti il computer: quello che è importate lo reinstalli o lo salvi su un cd. Il resto semplicemente lo elimini. Come se non fosse mai stato.
Per un po’ ci credo e questa fede mi da buon umore e nuove forze. Poi mi scontro con la realtà, con le mie paure e con le altre persone che con poche e semplici e indiscutibili parole ti ributtano la faccia nel fango, tanto per ricordarti dove sono i tuoi piedi.
Ed hanno ragione: la fede è solo una fuga, il non voler affrontare la triste realtà. Un trucchetto della mente per far sì che tutto cambi nella fantasia ma che tutto resti com’è nella realtà. Ed io sono una specialista in questa specialità!
Però così mi scoraggio! E dico: “ecco, ora avete esposto il mio punto debole e tutto il dolore che lo accompagna; e ora chi se lo gestisce questo bel malloppo?”. Ma è solo questione di poche ore, di qualche pianterello e di qualche muso lungo un po’ più lungo del solito, e poi tutto torna come prima.
La brava Stefania ritorna alle faccende quotidiane, tira le tende, stende i vestiti, prepara una bella torta al cioccolato e va a dormire, come se nulla veramente fosse mai accaduto, come se quel dolore sentito sia solo il pianto immotivato di un bambino un po’ stanco.


mercoledì 4 febbraio 2009

Sono vittima di un complotto!

Sono vittima di un complotto! E credo anche di sapere chi sia il “complottista” bastardo!
E’ possibile che non trovi più nulla nella mia stessa casa? Ho perso due ore della mia vita a cercare i referti medici che avevo così accuratamente conservato. Ma dove??? Dove sono finiti? È successo l’altro ieri, ed oggi di nuovo a non trovare la ricetta medica nuova per comprare le medicine. Ma che faccio, me la mangio la carta, io? E magari di notte, in pieno sonnambulismo? A proposito. Ogni tanto ripenso ai dolcetti della befana che avevo, anche quelli, ACCURATAMENTE conservato. Dove cavolo sono finiti??? Spiriti mangioni e golosoni! Ladri di caramelle, vergognatevi!
E poi basta con questa storia della macchina: è possibile che ogni giorno, uscita dal lavoro, non la trovo mai dove l’avevo parcheggiata?! Per non parlare delle amnesie che mi provocano gli gnomi dello smog ogni volta parcheggio: compro il pane ed esco, sicura e con un grissino in bocca, giro a destra e dopo dieci minuti mi fermo e dico “ma dov’è?”. Il vuoto. Non mi ricordo dove ho messo la macchina tre secondi fa. E quello stronzo del verduraio che ride a vedermi tornare indietro e girare a sinistra!
Oppure la mattina, dopo la doccia, vado dritta nello stanzino e poi mi fermo inebetita: che devo fare? Cretina! Sei nuda, in accappatoio dentro la stanza armadio: forse dovresti vestirti? Il fatto è che perdo colpi, mia cara me. Almeno prima dimenticavo eventi eclatanti del passato (del tipo: ti ricordi quel compagno di scuola alle medie con cui sei stata insieme? – No! - Ma come? Il tuo primo bacio con la lingua! – Ma chi, io? -).
Adesso invece quelle cose lì me le comincio a ricordare (mi fece una tale schifezza quella lingua estranea dentro la mia bocca) mentre cala il velo sulle cose di oggi, scende il buio sulle chiavi di casa che, ovviamente, dopo aver svuotato tutta la borsa, si trovano, come al solito, nella tasca del cappotto.
E il “complottista” bastardo se la ride, perché spera in questo modo che nulla di nuovo accada, solo il passato che si ripete. Ma non avrà il mio scalpo! Sono pronta a dimenticare pure il mio nome ma non scorderò mai più il mio vero sé.

martedì 3 febbraio 2009

Shopping

Sono andata a fare shopping con un amico. Va bene! Abbiamo avuto una storia, ma adesso è finita. No, davvero! E’ solo che l’esistenza ci costringe per qualche ragione a rimanere vicini. Come se le nostre anime non abbiano ancora completato fino in fondo il motivo che le ha fatte incontrare, come se ci fosse ancora qualcosa in sospeso che io e lui dobbiamo ancora imparare e possiamo farlo solo l’uno dall’altra, e non saremo liberi l’uno dall’altra finché non lo capiremo, questo qualcosa.
Ad ogni modo, siamo andati a fare shopping e mi sono accorta che mi piaceva, che stavo bene: non ero tesa come al solito, muta e arroccata sulle mie motivazioni. Mi piaceva guardare e scegliere le cose insieme, mi piaceva cercare i maglioni che gli piacciono per farglieli provare. So come gli piacciono: semplici, senza scritte, a girocollo, leggeri, senza colori sgargianti e possibilmente a tinta unita, arancio, verde, ma soprattutto giallo. A lui piace il giallo. Poi le scarpe: a pianta larga, color cuoio e soprattutto leggere. Niente carri armati o stivali o punte esagerate. Subito dopo... aspetta un attimo, torna indietro, ho detto giallo... ma certo il giallo, lui adora il giallo! Forse è per questo che ci siamo incontrati!
E’ impossibile negare che siamo molto simili nella personalità: stessi meccanismi, stessi punti d’ombra, stesse tendenze. Così simili che a volte mi sembra di guardarmi allo specchio quando lo vedo agire, di rivedere me, tanto le parti che detesto quanto quelle che adoro e che mi/lo rendono amabile. E adesso colgo anche l’aspetto karmico, per così dire: si, il giallo, il colore della gioia che ci è stata negata da piccoli, che ci neghiamo da adulti (dico quella vera, quella che spara dal cuore come una bomba atomica), la gioia del proprio sé, la luce che abbiamo regalato - per amore -, accettando di oscurarla con un panno nero per non abbagliare gli amati, loro che avevano bisogno, da parte nostra, di una presenza silenziosa e accomodante, di una presenza-assente che li rendesse sicuri nella loro insicurezza e protetti nella loro cieca ordinarietà.
Sono andata a fare shopping con un amico. Lui ha comprato mille cose, io ho avuto il coraggio di proporre una sola gonna per me. E quando mi ha detto: “dai comprala, perché a te stanno bene le gonne”, non ho saputo trattenere le lacrime, espressione di un dolore che si risveglia, paradossalmente, proprio quando da fantasma vengo per un attimo vista in controluce.

sabato 31 gennaio 2009

Tempo

TEMPO PERSO. TEMPO TUO. TEMPO MORTO. TEMPOREGGIARE. TEMPO INFINITO. NON HO TEMPO. CHE TEMPO FA. TEMPO LIMITE. TEMPO SCADUTO. TEMPI DURI. TEMPI BUI. TEMPISMO. LA BANCA DEL TEMPO. TEMPORANEAMENTE. CHI HA TEMPO NON ASPETTI TEMPO. TEMPI MIGLIORI. I VECCHI TEMPI. SENZA TEMPO. TEMPO RECORD. BRUTTO TEMPO. BEL TEMPO. QUANTO TEMPO? TANTO TEMPO. POCO TEMPO. MOLTO TEMPO. TEMPO FA. TEMPO RALE. IN TEMPO REALE. IN TEMPO. UN TEMPO. AI MIEI TEMPI. BEI TEMPI. RISPETTA I TEMPI. COI TEMPI CHE CORRONO. DAMMI TEMPO. PREVISIONI DEL TEMPO. SPAZIOTEMPO. IL TEMPO SCORRE. TEMPO ASSOLUTO E TEMPO ILLUSORIO. TEMPO SOGGETTIVO. IL TEMPO PASSA. QUANTO TEMPO E’ PASSATO? TEMPO CICLICO. TEMPO DI RISPOSTA. NELLO STESSO TEMPO. TROPPO TEMPO. TEMPO LIBERO. TEMPI STRETTI. IL TEMPO DELLE MELE. QUANTO TEMPO E ANCORA. IL TEMPO, CAMBIA MOLTE COSE NELLA VITA. PRIMO TEMPO. SECONDO TEMPO. TEMPO DETERMINATO. TEMPO INDETERMINATO. VIAGGIO NEL TEMPO. NON C’E’ PIU’ TEMPO. ADESSO. ADESSO E’ PROPRIO TEMPO DI ANDARE.


venerdì 30 gennaio 2009

Guai

Cantava il buon vecchio Vasco: “non sono gli uomini a tradire ma i loro guai”. Mai come oggi, stanca di una giornata trascorsa a fare mille cose, ma non abbastanza, mi sento vittima dei miei guai e schiacciata dalla tristezza.
La verità è che è tutto sbagliato e che ci viene richiesto troppo di più di quello che possiamo dare. E finiamo con il vivere una vita stupida a correre dietro a mille cose senza mai sentirci pienamente a posto.
Mi trincero nelle mie piccole e grandi difficoltà personali e nel frattempo mi accorgo di scivolare in mezzo a mille incontri, a mille opportunità, che hanno veramente senso. Non ho chiamato una persona con la quale si era aperto uno spiraglio di vera comunicazione, ho trascorso ore con le mie migliori amiche ma non siamo riusciti a fare incontrare i nostri cuori, ho perso di vista una cara amica in difficoltà, non sento da settimane amici a cui voglio bene e con cui avrei voglia di scambiare le nostre esperienze, non sono vicino a mio fratello e non so essere di supporto ai miei genitori. Anche il cane mi scodinzola invano nella speranza di qualche coccola.
Vorrei avere la casa in ordine, cucinare sempre buone pietanze, avere il tempo di leggere dei libri, prendermi cura del mio corpo, dormire a sufficienza, guardare un film. Vorrei tanto esercitarmi nel canto e magari riprendere a studiare pianoforte.
Intanto vado a lavoro contro voglia, faccio la spesa di fretta, arrivo tardi agli appuntamenti, parlo e vedo amici, parenti e conoscenti senza scendere in profondità.
Faccio di tutto un poco e quel poco male. Che tristezza... ma che razza di vita è questa?