venerdì 23 gennaio 2009

Mandala

A volte la nostra mente, i nostri pensieri, le nostre azioni e l’interazione con il mondo esterno creano un gran pasticcio, tanto che non riusciamo più a venirne a capo.
E’ così facile prendere una parte e considerarla il tutto. Diventiamo come dei corpi con un piede enorme o una testa così pesante che ci fa piegare in giù o, ancora, con una pancia così grossa che non ci permette di muoverci liberamente. A volte capita pensando a se stessi, altre volte guardando il mondo in cui viviamo o addirittura l’universo intero.
Oggi, chissà per quale ragione, in un momento di caos, mi sono trovata a guardare il mandala appeso nella mia camera da letto. E in un solo istante il caos è svanito.
Il mandala, se prendiamo ad esempio quelli tibetani, è un qualcosa di altamente sofisticato, con delle precise regole, dei significati ed elementi simbolici pazzeschi, ed è frutto di tradizioni millenarie che si tramandano per generazioni.
Ma la sua magia sta nel creare una risonanza nel sistema di chi lo guarda o di chi lo crea, una risonanza che riporta all’ordine e all’armonia, senza bisogno di fare niente di speciale o di sapere o di capire. Basta semplicemente guardarlo e l’essere si rilassa, ritorna al suo posto, acquisisce la giusta prospettiva e gode di quella incredibile magia di movimenti di colori statici che danzano, pur rimanendo immobili.
Che bello guardarsi allo specchio, di tanto in tanto.

Nessun commento: